lunedì 23 luglio 2012

Iran

Netanyahu: "Iran ed Hezbollah dietro la strage di Burgas"

Pochi i dubbi del primo ministro israeliano sul mandante e sull'esecutore dell'attentato kamikaze che ha ucciso otto turisti in Bulgaria


di Anna Momigliano

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha dubbi: dietro la strage di turisti israeliani in Bulgaria, che ha provocato otto morti (incluso un bambini e due donne incinte) e 31 feriti, di cui alcuni gravi, c'è l'Iran. Ieri pomeriggio all'aeroporto di Burgas, cittadina balneare bulgara sul Mar Nero, un autobus carico di turisti israeliani è stato fatto saltare in aria, pare da un terrorista suicida. L'esercito israeliano sta organizzando il rimpatrio dei superstiti, dei feriti e delle salme con voli militari speciali.
Per il momento non si sono rivendicazioni, ma gli israeliani sono convinti della responsabilità del regime degli ayatollah. E qualcuno si aspetta che il governo di Gerusalemme possa rispondere colpendo direttamente sul territorio iraniano: del resto voci di un attacco aereo di Israele contro Teheran circolavano già da prima, viste le forti preoccupazioni sul programma nucleare e le minacce da parte di Mahmoud Ahmadinejad. di "cancellare Israele dalle cartine geografiche". Netanyahu ha avvertito: "Ci sarà una forte risposta contro il terrorismo iraniano". Sullo stesso tono anche il ministro della Difesa Ehud Barak: "Perseguiremo gli autori".
Se davvero, come dicono gli israeliani, la strage è avvenuta su ordine diretto dell'Iran, resta da chiedersi chi l'abbia compiuta fisicamente. Alcuni elementi puntano in una direzione: Hezbollah.
Milizia e partito politico libanese, Hezbollah si ispira all'islam sciita più radicale, lo stesso degli ayatollah. Hezbollah ha forti legami sia con la Siria che con l'Iran. Ma il rapporto con Teheran è molto più stretto: "Hezbollah è l'Iran, ma per sopravvivere ha bisogno del sostegno logistico di Damasco", aveva sintetizzato qualche tempo fa il dissidente siriano Ayman Abdel Nour.
Già più volte, in passato, Hezbollah ha effettuato attentati suicidi contro obiettivi israeliani, a Gerusalemme, Tel Aviv e all'estero. Gli episodi più noti sono la sequela di attacchi bombaroli contro gli autobus israeliani a ridosso delle elezioni del 1996 (poi vinte da proprio da Netanyahu), e l'attentato contro l'ambasciata israeliana di Buenos Aires, nel marzo del 1992, dove sono morte 29 persone. La strage di Buenos Aires, probabilmente, era stata coordinata con le alte sfere del regime iraniano, tanto che da allora l'Argentina ha pessimi rapporti con il regime di Teheran.
Anche la tempistica farebbe pensare alla mano di Hezbollah: sono passati dieci anni dalla carneficina di Buenos Aires ed è possibile che la milizia sciita abbia voluto "festeggiare" la ricorrenza. La teoria dell'anniversario pare confermata in parte dalle notizie, diffuse ieri, che ci sarebbe già stato un tentativo di attentato anti-israeliano (in questo caso sventato) in primavera.
Per Hezbollah, questo è tuttavia un momento estremamente delicato. Da quando sono scoppiate le rivolte in Siria, la milizia ha sostenuto costantemente Assad, arrivando a mandare anche guerriglieri sul campo a combattere insieme alle truppe governative, che sono accusate di massacri contro i civili. Hezbollah non aveva scelta, il legame con Damasco era troppo forte, ma adesso ha perso molta della sua popolarità nel mondo arabo, dove Assad ormai è percepito come un macellaio. Contemporaneamente, la milizia sciita rischia di essere trascinata nella sconfitta del regime, che secondo alcuni potrebbe essere vicina.
La domanda, dunque, è: se cade Assad, cadrà anche Hezbollah? E, senza Assad, quale potrebbe essere il futuro della milizia sciita? Secondo alcuni, in mancanza di Damasco, il legame con Teheran diventerebbe ancora più granitico.


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